Nascita opera in MARMO - Gianfranco Paulli Scultore

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Nascita opera in MARMO

ANTICA LAVORAZIONE
"A TRE COMPASSI"

Storia
Questo metodo di lavorazione era usato dagli antichi Greci nel Classicismo (età d'oro di Pericle). Si dice che Fidia e gli altri scultori e scalpellini, che lavorarono alla costruzione dell'Acropoli di Atene, usassero i tre compassi per riportare i punti dal modellato di gesso al blocco di marmo indicato per la riproduzione.Il modellato, che poteva essere: figura, fregio, altorilievo, ec. veniva prima creato dallo scultore in creta e poi conservato seguendo due metodi diversi: il primo consisteva nell’eseguire stampi negativi in gesso e successivamente modellare al suo interno l'argilla dello spessore desiderato. Quando l'argilla era asciutta, la forma veniva liberata dallo stampo di gesso e lo scultore completava l’opera con delle rifiniture. A rifiniture ultimate, l'opera veniva cotta nei forni, diventando così terracotta.
Il secondo metodo consisteva nell’eseguire copia del modellato in gesso. Essendo il gesso di colore bianco, lo scultore aveva una precisa percezione dei volumi per tutto il tempo necessario alla riproduzione dell'opera sul marmo.


                                                                        
                                                       modellato in creta                                                                               copia in gesso


Il gesso, come materiale intermedio fra argilla e marmo, dà una maggiore sicurezza durante il lavoro di quella data dalla terracotta; poiché la riproduzioni in gesso ha nel suo interno stoppa o canapa che lo proteggono da eventuali urti e rotture. Oltretutto, la copia in gesso è leggera e maneggevole, facile negli spostamenti, offre una superficie bianca dove il segno a matita si evidenzia maggiormente. L’artista ha poi la possibilità, a lavoro ultimato, di conservare l'opera in gipsoteca (deposito dei gessi) di cui abbiamo un esempio regionale, a Possagno (VI): La Gipsoteca del Canova.
E' necessario fare un cenno sul modo in cui l'artista prende i punti di riferimento dal modellato (copia) di gesso al marmo.
Ci sono diversi metodi che variano a seconda delle abitudini dello scultore. Gli antichi mettevano in corrispondenza ad ogni punto necessario un chiodino, lasciando sporgere la testa dalla superficie del gesso. L'utilizzo del chiodino si rendeva necessario poiché sopra quel punto sì univano le tre punte estreme dei tre compassi. Non c'era quindi pericolo di alterare la superficie del modello.
Attualmente si lavora con la matita, perché il metodo di lavorazione è cambiato: al posto dei tre compassi c'è la macchina per la riproduzione (braccio articolato).
Per ogni punto di riferimento scelto dallo scultore corrisponde una piccola croce a matita oppure un puntino nero; appena il punto viene riportato sul marmo (scolpito), si segna un piccolo cerchio attorno alla croce +; in tal modo si sa che quel punto è già stato prodotto.






 
 
 
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