La macchina per la riproduzione o "braccio articolato" è stata costruita sul principio dei "tre compassi", principio tanto modificato ed altrettanto semplificato. L’operatore con questa geniale invenzione ha voluto risparmiarsi i tempi morti (manovalanza) (pur sempre necessari) delle applicazioni degli antichi sistemi (metodologie) di riporto delle misure (tre compassi, definitori, piani frontali, cerchi graduati, telai quadrati, gabbie lignee e.c.), per dedicarsi maggiormente al lavoro puramente creativo. Il "braccio articolato" ha permesso di velocizzare le procedure e di assicurare maggiore precisione nel riportare i punti dal modello di gesso al marmo. Operando con questo sistema lo scultore si è concesso lo spazio per un maggiore virtuosismo nell’esecuzione dell’opera e si è permesso di inventare metodi sofisticati e complessi, per dare soluzioni artistiche straordinarie (periodo Barocco e successivi).
La "macchina" (a volte viene chiamata impropriamente pantografo) è composta dagli seguenti elementi:
1. Dalla parte mobile del sistema, composta da un braccio di legno il quale viene fissato con la morsa sulla "crocetta" e da uno o due bracci (tubolari in ottone), collegati l’uno con l’altro da gomiti regolabili in modo che ogni braccio possa muoversi liberamente ed autonomamente in tutte le direzioni. Ogni braccio viene bloccato nella posizione desiderata dallo scultore mediante una vite a farfalla (fig.1 A).
2. Dalla punta regolabile: si tratta di un’asta sottile in acciaio, lunga circa 25/30 cm. e con sezione triangolare. Questa punta è collocata all’estremità dell’ultimo braccio della "macchina" (fig.1/B). La sua funzione è fondamentale nel sistema.
Per il rilevamento di uno qualsiasi punto del modello in gesso ed il suo successivo trasporto (copia) nel marmo, si regola la lunghezza dell’asta avvicinando la sua punta al segno (punto), precedentemente segnato a matita sul modello di gesso. Nell’altra estremità dell’asta è inserito un "indicatore" (fig.1/C) regolato da una vite che ci indica la distanza necessaria per raggiungere il punto voluto sulla superficie dell’opera scultorea (marmo). La "macchina" viene usata sia per sculture a tutto tondo che per i bassorilievi.